§ 9. SUO per DI LUI ecc. Il possessivo di terza persona, suo, sua, suoi, sue, regolarmente si riferisce al soggetto della proposizione, in cui si trova, mentre per soggetti diversi adoprasi di lui, di lei ecc. - Quell'anello medesimo, col quale da Gabriotto era stata sposata, dal dito suo trattasi, il mise nel dito di lui. Boccaccio. - Quando però non ne venga equivoco o dubbiezza nel senso, può riferirsi anche ad altri soggetti. - Dio gli soffiò nel viso (a Adamo), e in quel soffiare mise nel petto suo (di lui) l'anima. Boccaccio. - Il quale sì tosto come la chiara bellezza vide del suo viso (di lei), incontanente si accese. Boccaccio. - Arrighetto Capece .... con parole assai s'ingegnò di rivolgerla (Beritola) da proponimento sì fiero, offerendole di rimenarla a casa sua (di lei) o di seco tenerla in quell'onore che sua (di lui) sorella. Boccaccio. - Ma non sarebbe da usarsi quando ne potesse nascere equivoco o difficoltà, come ne' seguenti esempii: Essendogli (al Giambullari) forza di parlare contro ad Anton Manetti dissegli che se all'oneste fatiche sue (cioè, del Manetti) non fosse sopraggiunta la morte, [che] non avrebbe avuto a prendere questa fatica. Gelli. - (Raffaello) a Bindo Altoviti fece il ritratto suo (cioè dell'Altoviti). Vasari. - Soliman Sveno uccise e Solimano Dèe per la spada sua (cioè di Sveno) restarne ucciso. Tasso.
§ 10. SUO e LORO. Quando il possessivo di terza persona dovrebbe riferirsi ad un soggetto plurale, si adopera in suo luogo il personale loro.
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Gabriotto Adamo Capece Beritola Essendogli Giambullari Anton Manetti Manetti Raffaello Bindo Altoviti Altoviti Sveno Solimano Dèe Sveno
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