Quando ne va l'utile del proprio signore, sai che la diffalta è scusata. Grossi; e pare che stia anche bene nel plurale, quando si riferisce a cosa, per evitare loro pronome di persona. P. es. Le più delle case erano divenute comuni, e cosi le usava lo straniere, purchè ad esse s'avvenisse, come l'avrebbe il proprio signore usate. Boccaccio.
§ 13. ELLISSI DEL POSSESSIVO. Si omette generalmente il pronome possessivo, quando la persona, a cui una cosa appartiene, è chiara di per sè, e non si hanno ragioni per metterla in rilievo. In tal caso può dirsi che l'articolo determinato tenga luogo del possessivo medesimo. Quindi si tralascia generalmente il possessivo, quando si riferisce o a parti del corpo o a cose che si portano addosso, p. es. Ho le gambe rotte, non le mie gambe; perdo la testa, non la mia testa; prendo il cappello, non il mio cappello, tranne il caso che fosse necessario distinguerlo da quello d'un altro: percuotilo col bastone, non col tuo bastone; egli levò fuori l'orologio non il suo ecc. La bocca sollevò dal fiero pasto Quel peccator. Dante. - Si tralascia anche quando si riferisce ad altre cose manifestamente proprie, come la casa, la camera, i parenti ecc. ecc.; p. es. Egli va a casa. Ama il padre e la madre. Perdette due fratelli e tre amici.
§ 14. È poi anche più necessario ometterlo, quando il possesso sia indicato da un pronome personale; p. es. Un'aura dolce .... mi feria per la fronte. Dante. - Sfracellossi in uno stipite il capo. Davanzati. - E prestamente la schiavina gittatosi di dosso, e di capo il cappello, e fiorentino parlando, disse.
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