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      - Le loro proprie vicende le chiamavano rivoluzioni del mondo. Leopardi. - Non che alcuna donna quando fatta fu (questa legge) ci prestasse consentimento (cioè a quella). Boccaccio. - Essendo Pisa terra d'impero, pareva non appartenesse ad altri che a Cesare la cognizione delle ragioni di quelli che vi pretendevano (cioè a Pisa). Guicciardini. - Per lo più quelli che vanno dicendo a sè che la virtù è un nome vano, non ne sono veramente persuasi (cioè, di questo). Manzoni.
      Maggiori particolarità sull'uso di ci e vi saranno date nel capitolo degli avverbii.
     
      § 23. FORME PROCLITICHE. La e gli aferesi di ella, egli, possono riferirsi anche a cosa. Egli durò a bere tutta una notte quanto la fu lunga. Casa. - La mattina in sull'alba vi si raunano (in un giardino) di molte schiere d'uccelli, altri a cibarsi ed altri a cantare; perciocchè gli è coperto, ombroso e da tre fontane rigato (vedi addietro cap. VI, § 13).
     
      § 24. USO DI LA IN SENSO INDETERMINATO. La si usa spessissimo riferito ad un sostantivo indeterminato che si lascia sottintendere dal contesto, come cosa, azione ecc. Vorrei che la fosse toccata a voi, com'è toccata a me (cioè la paura o la disgrazia). Manzoni.
     
      § 25. FRASI ELLITTICHE CON LA. Quindi nascono gran numero di frasi ellittiche in senso metaforico formate da un verbo costruito con questo la. Eccone alcune:
      accoccarla ad alcuno, cioè fargli un brutto tiro;
      allacciarsela, cioè, presumere di sè in q. cosa;
      attaccarla con alcuno, prender lite ecc.;
      averla con alcuno, odiare alc.;


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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