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      P. es. Fa' ciò che ti piace. Non si usa bene riferito ad un oggetto o fatto particolare; p. es. ciò è terribile, invece di dire questa è una cosa terribile o in altro modo somigliante.
     
      § 28. FRASI CON CIÒ. Con questo pronome si formano parecchie frasi avverbiali: perciò, contuttociò, ciò non ostante ecc. ecc.
      Cioè = ciò è, è avverbio dichiarativo di qualche cosa detta innanzi (come vale a dire); e benchè in origine accenni a tempo presente singolare, essendo ormai divenuto avverbio, può riferirsi a qualunque tempo e numero. Egli è andato cercando ch'io faccia quello che io non volli mai fare, cioè ch'io racconti le cattività sue. Boccaccio. - Quel che non puoi avere inteso, Cioè come la morte mia fu cruda, Udirai. Dante. - Alcun di loro, cioè frate Filippo Lungo, fu toccato col carbone. Fioretti S. Francesco. - Alle cui leggi, cioè della natura, voler contrastare troppo gran forze abbisognano. Boccaccio.
      Anticamente il verbo essere dopo ciò, si conjugava dicendo ciò sono, ciò era, ciò erano, ciò furono ecc. ecc.
     
      CAPITOLO IX
     
      Pronomi dimostrativi determinati identici,
      di qualità, di quantità.
      (Gramm., P. II, cap. XIII, § 7 e seg.)
     
      § 1. IL PRONOME ESSO IN SENSO DI SOSTANTIVO. Esso adoprasi quasi sempre come sostantivo, e serve a richiamare una persona o cosa poco prima nominata, ma ordinariamente in un modo più debole e meno spiccato che non farebbero i pronomi questo, quello, egli, questa, cotesta, ella ecc. Più spesso si riferisce a persona, ma può riferirsi anche a cosa, specialmente dopo preposizioni, sempre però a cosa determinata, non adoprandosi mai esso in senso neutro.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





Udirai Filippo Lungo S. Francesco Gramm