Sommamente facendolo onorare, esso stesso gli tenea compagnia. Boccaccio. - Temendo essi medesimi (gl'irresoluti) d'indursi .... ad abbandonare il partito preso .... affrettano la esecuzione. Leopardi. - Il mondo fa anch'esso (esso medesimo) le sue leggi, ha il suo vangelo anch'esso. Manzoni.
§ 4. ESSO USATO COME AGGETTIVO. Esso adoprasi non di rado anche come aggettivo, premettendolo ad un nome detto poco avanti, o perchè spicchi di più, o perchè la ripetizione del nome non sembri fatta a caso e per trascuraggine. L'uomo non desidera e non ama se non la felicità propria. Però non ama la vita, se non in quanto la reputa instrumento o subietto di essa felicità. Leopardi.
ESSO COME RIPIENO. Dopo alcuni avverbii o preposizioni gli antichi usavano esso che talora formò poi una sola parola con quelle: passava lunghesso la camera. Boccaccio. - Sen giva sovresso l'acqua. Dante. - Io voglio che vengano stamane a desinare con esso noi. Machiavelli. - Montasi su Bismantova .... Con esso i piè. Dante. - Pare che le cose istesse si rechino in mezzo e che elle si mostrino non colle parole, ma con esso il dito. Casa. - Tu cenerai con esso meco. Boccaccio. Oggi si adopera bene lunghesso e qualche volta per eleganza, con esso unito a pronomi personali puri.
Talora esso premette la d fonica e diventa desso che non si deve confondere col seguente.
§ 5. IL PRONOME DESSO. Desso, di sua natura sostantivo, si adopera solo come predicato nominale dopo essere, parere, credere o esser creduto e simili verbi, e si riferisce per lo più a persona, di rado a cosa, ma non mai in senso neutro.
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Bismantova
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