- Centra il poco e l'assai.
§ 7. PIÙ e MENO sono di lor natura avverbii comparativi, ma si adoperano anche come pronomi:
nel senso di maggiore o minore: Queste parole porsero alcuna speranza a Mitridanes di potere con più consiglio e con più salvezza dare effetto al suo perverso intendimento. Boccaccio. - Dimandò alcuno in che maniera e con meno impedimento a Dio si potesse servire. Boccaccio:
nel senso di in maggior o minor numero o quantità. Il mio fratello maggiore avea più libertà di me, più danari, più carezze dai genitori. Alfieri. - Meno sono i teologi che i canonisti. Segneri.
I più, i meno (riferiti a uomini). Che i più tirano i meno è verità, Posto che sia ne' più senno e virtù. Giusti.
In senso neutro: il più, il meno.
Più si adopera spesso aggettivamente in senso di parecchi. E vedere in un tempio più persone. Dante. - A Roma si va per più strade. Manzoni.
§ 8. TROPPO indica una quantità eccessiva.
Come aggettivo: Troppi denari hai spesi. Boccaccio. - Sento di troppo ardir nascer paura. Petrarca.
Come sostantivo, in senso neutro e con di: Si farebbe grandissimo giovamento se di ciascheduno autore si traesse il troppo e il vano. Davanzati. - Ogni troppo è troppo. Gelli. - Ne potrebbe troppo di mal seguire. Boccaccio.
Avverbialmente: A cader va chi troppo sale. Petrarca. Spesso si usa col comparativo, con maggior forza che molto: È troppo più capace l'ingegno umano, di quel che lo vogliono alcuni. Tommaseo.
Locuzione avverbiale esclamativa: pur troppo! Pur troppo felice, se io te solo non avessi mai conosciuto!
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Mitridanes Dio Posto Roma
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