Pagina (112/500)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - Centra il poco e l'assai.
     
      § 7. PIÙ e MENO sono di lor natura avverbii comparativi, ma si adoperano anche come pronomi:
      nel senso di maggiore o minore: Queste parole porsero alcuna speranza a Mitridanes di potere con più consiglio e con più salvezza dare effetto al suo perverso intendimento. Boccaccio. - Dimandò alcuno in che maniera e con meno impedimento a Dio si potesse servire. Boccaccio:
      nel senso di in maggior o minor numero o quantità. Il mio fratello maggiore avea più libertà di me, più danari, più carezze dai genitori. Alfieri. - Meno sono i teologi che i canonisti. Segneri.
      I più, i meno (riferiti a uomini). Che i più tirano i meno è verità, Posto che sia ne' più senno e virtù. Giusti.
      In senso neutro: il più, il meno.
      Più si adopera spesso aggettivamente in senso di parecchi. E vedere in un tempio più persone. Dante. - A Roma si va per più strade. Manzoni.
     
      § 8. TROPPO indica una quantità eccessiva.
      Come aggettivo: Troppi denari hai spesi. Boccaccio. - Sento di troppo ardir nascer paura. Petrarca.
      Come sostantivo, in senso neutro e con di: Si farebbe grandissimo giovamento se di ciascheduno autore si traesse il troppo e il vano. Davanzati. - Ogni troppo è troppo. Gelli. - Ne potrebbe troppo di mal seguire. Boccaccio.
      Avverbialmente: A cader va chi troppo sale. Petrarca. Spesso si usa col comparativo, con maggior forza che molto: È troppo più capace l'ingegno umano, di quel che lo vogliono alcuni. Tommaseo.
      Locuzione avverbiale esclamativa: pur troppo! Pur troppo felice, se io te solo non avessi mai conosciuto!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





Mitridanes Dio Posto Roma