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      Boccaccio. - Qual vaghezza di lauro, qual di mirto? Petrarca. - Quali furono le tue meditazioni per riuscire buon poeta? Gozzi. - Erano in vigore due consuetudini contrarie, senza che fosse deciso qual delle due fosse la buona. Manzoni. - Oh che vegg'io! qual meraviglia! Gozzi.
     
      § 7. QUANTO. A tanto dimostrativo di quantità corrisponde quanto relativo pur di quantità. Quindi nelle proposizioni comparative si usano ambedue. Non sono i giovani d'una contenti, ma quante ne veggono, tante ne desiderano. Boccaccio.
      Spesso si omette tanto sostituendo il nome, il quale per regola si pospone al pronome quanto. - Di borsa gli trassi quanti danari egli avea. Boccaccio. (Se si pone innanzi, deve richiamarsi con un ne; p es. Denari quanti ne avea).
     
      § 8. Quanti usato assolutamente nel maschile plurale indica uomini, persone. Erano riusciti in una camera appartata, fuor della vista di quanti stavano sulla festa. Grossi.
      In forma neutra: Quanto piace al mondo, è breve sogno. Petrarca.
     
      § 9. Avverbialmente. Quanto tu ragionevolmente ami Sofronia, tanto ingiustamente della fortuna ti duoli. Boccaccio. - Il cuore di Faraone era indurito quanto il vostro. Manzoni. - Specialmente si usa dinanzi al comparativo, in corrispondenza di tanto. L'operare è tanto più degno e più nobile del meditare, quanto è più nobile il fine che il mezzo. Leopardi. Vedi Parte II, dove si tratta delle proposizioni comparative.
     
      § 10. IN FRASI INTERROGATIVE ecc. In frasi interrogative, ammirative o dubitative: Mira quante vaghezze ha il ciel sereno, Quante la terra!


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





Sofronia Faraone Mira