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      Dimmi: Cos'è, cos'è che possa piue (più) Fare ai tuoi proci le figure sue? Da Basso. - Cos'è l'uomo se tu lo abbandoni alla sola ragione calcolatrice? Foscolo. Non si userebbe però bene preceduto da preposizioni, p es. per cosa mi chiamavi? a cosa ti vuoi valer di me?
      Si usa pure quello che. Potremo conoscere quello che sia da fuggire. Boccaccio. - Usiamo sempre: tu non sai quello che ti dici invece di che cosa ecc.
      Frasi avverbiali con che, divenute congiunzioni, sono frequentissime: perchè, giacchè, dacchè, poichè, eccettochè ecc. ecc.
      Che - che in senso distributivo: E donolle, che in gioje e che in vasellamenti d'oro e che in denari, quello che valse meglio d'altre diecimila doble. Boccaccio. - Oggi è raro.
     
      § 18. IL QUALE. Ai pronomi dimostrativi (non mai però in senso neutro) corrisponde altresì il pronome relativo puro il quale (coll'articolo determinato), raro assai nel parlar familiare (dove si usa invece che); ma frequentissimo in ogni genere di scrittura.
     
      § 19. USO DI IL QUALE. Il quale si adopera nei seguenti casi principalmente:
      quando il relativo debba usarsi aggettivamente dinanzi ad un sostantivo. Appena due o tre sono oggi in Italia che abbiano il modo e l'arte di scrivere. Il qual numero se ti pare eccessivamente piccolo ecc. Leopardi;
      quando si riferisce ad un nome separato da esso per parecchie altre parole; nel qual caso è talvolta utile, per amor di chiarezza, ripetere dopo il pronome, il nome. Ammonisce i novizi e gl'imperfetti nella via di Dio, i quali non hanno ancora i sensi mortificati.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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