Tommaseo. - È assurdo l'addurre quello che chiamano consenso delle genti nelle questioni metafisiche, del qual consenso non si fa nessuna stima nelle cose fisiche e sottoposte ai sensi. Leopardi;
quando il relativo è posposto ad un nome o pronome o verbo, da cui dipende nella medesima proposiz. relativa. Avea trovato (il giudice) tra due litiganti, uno de' quali perorava caldamente la sua causa. Manzoni. - Era questo uno stanzone, su tre pareti del quale eran distribuiti i ritratti de' dodici Cesari. Manzoní. - Don Abbondio non si curava di quei vantaggi, per ottenere i quali facesse bisogno d'adoperarsi molto o d'arrischiarsi un poco. Manzoni;
quando la proposizione relativa è staccata notabilmente dalla principale, o dando principio a un nuovo periodo, o ad un membro nuovo del periodo medesimo. Fu in Perugia un giovane, il cui nome era Andreuccio di Pietro, cozzone di cavalli: il quale avendo inteso che a Napoli era buon mercato di quelli .... con altri mercatanti là se n'andò. Boccaccio. - Il fanciullo, come sentito l'ebbe cadere, così corse a dirlo alla donna. La quale, corsa alla sua camera, prestamente cercò se i suoi panni v'erano. Boccaccio. (Vedi Parte II, nel capitolo delle Proposizioni relative);
quando il relativo deve, per chiarezza, distinguere il singolare dal plurale, e il maschile dal femminile, e viceversa (ufficio, a cui non basta che voce indeclinabile). Dove egli si posa, dintorno a quello si aggirano, invisibili a tutti gli altri, le stupende larve già segregate dalla consuetudine umana, le quali (che o cui sarebbero equivoci) esso Dio riconduce per quest'effetto in sulla terra.
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Cesari Abbondio Perugia Andreuccio Pietro Napoli Vedi Parte II Proposizioni Dio
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