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      Giampaolaggine. - Diede di piglio a de' sassi. Omelie di San Gregorio. - Assisa sopra la riva con de' fiori in grembo faceva ghirlande. Caro. - Vedrete una piazzetta con de' begli olmi. Manzoni. - Non si deve usare nè dopo da nè dopo di, poichè ne verrebbe cattivo suono.
      Gli scrittori più eleganti usano di rado dell'articolo partitivo, preferendo, quando si può, il nome senza articoli. Vorrebbesi fare con belle galle di gengiovo (zenzero) e con bella vernaccia. Boccaccio. - Egli s'accorse l'abate aver mangiato fave secche, le quali egli di nascosto portate vi aveva e lasciate (invece di delle fave). Boccaccio. - Donatile doni quali a lei si confacevano. Boccaccio.
     
      § 11. ECCEZIONI COI NOMI PROPRII. Rifiutano, per regola generale, gli articoli:
      i nomi proprii d'individuo umano o di animale o di cosa inanimata, quando sono in numero singolare e non preceduti da un aggettivo; p. es. Così Pampinea cominciò a parlare .... Ma Filomena disse .... Costituisco Parmeno, familiar di Dioneo, mio siniscalco .... Calandrino semplice, vedendo Maso dir queste parole con un viso fermo e senza ridere, quella fede vi dava che dar si può a qualunque verità è più manifesta. Boccaccio. - Lucia entrò nella stanza terrena, mentre Renzo stava angosciosamente informando Agnese. Manzoni. - Dopo non molto giunse Brigliadoro (un cavallo). Ariosto.
      Nel parlar familiare di Firenze i nomi proprii d'individuo femminile ricevono sempre l'articolo determinato; la Lucia, la Francesca, la Bice ecc. ecc. e quest'uso potrà star bene nella novella e nel dialogo, quando si parli di donne non storiche e in un linguaggio confidenziale.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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