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      § 30. OMISSIONE REGOLARE DEGLI ARTICOLI. In generale si omettono gli articoli tutte quelle volte che un nome viene adoperato in senso non individuale; quando, piuttosto che la cosa in fatto, si riguarda l'idea generale della medesima, come qualificazione di un'altra cosa. Ciò accade di frequente, ed eccone i casi principali.
     
      § 31. Cogli aggettivi e sostantivi che fanno uffizio di predicato (vedi Preliminari, § 3). La compagnia de' buoni suol essere principio di male. Cerca la compagnia de' buoni, chè se tu sarai loro compagno nella conversazione, tu diventerai compagno nella virtù. S. Concordio. - I Goti ripresero animo e crearono loro re Ildovaldo. Machiavelli. - Costituisco Parmeno mio siniscalco. Boccaccio.
      Se però il predicato avesse un senso particolare e determinato, o se consistendo in un aggettivo dovesse sostantivarsi, allora ci vorrebbero gli articoli. Vedi la Parte II. Non si usa bene col predicato l'articolo partitivo del, dei: quindi, invece di dire questo è del pane, essi sono de' furfanti o de' crudeli, si dovrà dire questo è pane, essi sono furfanti, essi sono uomini crudeli (nel caso che l'aggettivo crudeli volesse sostantivarsi).
     
      § 32. COLL'APPOSIZIONE. Coi sostantivi apposti, quando cioè dichiarano e determinano in generale il sostantivo precedente. Riconobbero Arione sonatore di cetra. Adriani il giovane. - I ragazzi s'erano messi con gran festa intorno ad Agnese, loro amica vecchia. Manzoni. - La porta era chiusa, segno che il padrone stava desinando. Manzoni.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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