Vi si prepongono però gli articoli, quando si accenni a qualche cosa di determinato e individuale.
Qualora l'apposizione preceda al sostantivo, cui si riferisce, vuol sempre l'articolo. È una fortuna per me il poter fare un piacere ai nostri buoni amici, i padri cappuccini, cioè: ai padri cappuccini, nostri buoni amici. Manzoni.
§ 33. NEI COMPLEMENTI DI QUALITÀ, MODO ecc. Si omette pure l'articolo, quando i sostantivi preceduti da qualche preposizione servono di complemento o specificazione ad un altro sostantivo o ad un aggettivo, indicandone le proprietà, le qualità, la materia, o quel tutto, di cui fanno parte; p. es. l'uomo di giudizio, una nave a vela, la terra da mattoni, il serpente a sonaglio, un colpo da maestro, il molino da grano, la tazza di argento, un bicchier d'acqua, un uomo degno di lode, ricco di possessioni; molte delle quali frasi si possono risolvere con un solo aggettivo, p. es. uomo giudizioso, lodevole ecc. ecc. (vedi nella P. II i capitoli, dove si tratta dei complementi):
o quando servono di complemento a un verbo, formando con esso tutta una frase, così preceduti da preposizione, come a maniera di oggetto; p. es. avere a grado, dare a guadagno, porre ad effetto, salire a cavallo, uscir di mente o di senno, alzarsi da letto, mettere in canzone ecc. - Attaccar lite, aver fame o sete; cambiar costume; dare ascolto; far caso di qualche cosa; farsi maraviglia, far vista o mostra, stringere amicizia, muover guerra, mutar aria, pigliar coraggio, porre amore a qualche cosa, prender commiato, pigliar moglie o marito, prendersi spasso o trastullo, recar noja, render conto, saper grado, trovar modo, voltar bandiera, ed altre frasi innumerevoli che si possono spesso risolvere con un verbo, come divertirsi (per prendersi spasso), essere affamato (per aver fame), annojare (per recar noia) ecc. ecc.
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