CAPITOLO XIV
Del verbo in generale, suo significato ed uso.
(Gramm., P. II, cap. XVIII)
§ 1. DIVISIONE DEI VERBI. I verbi, quanto al significato, si distinguono primieramente in transitivi ed intransitivi (Gramm., II, XVIII, 3). I transitivi esprimono un'azione che movendo dal soggetto può passare in un obietto, tale cioè, che può venire sofferta da una cosa o persona, distinte dal soggetto stesso. Gl'intransitivi esprimono un'azione che rimane nel soggetto, non potendo essere sperimentata o sofferta da nissuna altra cosa. Cominceremo da questi, come più svariati.
§ 2. VERBI INTRANSITIVI. Gl'intransitivi si riducono alle classi seguenti:
A. verbi, in cui l'azione non è veramente fatta dal soggetto, ma si compie naturalmente in esso, il quale la soffre, e n'è soggetto ed oggetto al tempo stesso: l'azione insomma si riguarda come uno stato del soggetto. Tale è primieramente il verbo essere, e poi tutti quelli che indicano un principiare o un cangiare o un cessare o un manifestarsi od occultarsi dell'essere; p. es. nascere, morire, divenire, apparire, crescere, ringiovanire, invecchiare, spuntare, sbocciare, scoppiare, maturare, mancare, finire ecc. Così pure tutti quelli che indicano fortuna, caso, valore intrinseco e sim.; p. es. avvenire, toccare, costare, appartenere ecc.;
B. verbi indicanti un'azione fatta dal soggetto o istintivamente o volontariamente, ma tale che non esce fuori di esso. Tali sono i verbi di moto dell'animale, come andare, entrare, uscire, venire, correre, volare ecc.; certe operazioni corporali o spirituali: dormire, russare, pranzare, cenare, vegliare, parlare, gridare, abbaiare, mugghiare (e simili voci degli animali); pensare, meditare, riflettere ecc.
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