Cesari:
invece del passato remoto, quando il racconto diventa descrizione e mira a porre sott'occhio le minute circostanze del fatto. Questo presente si chiama presente storico. - Non volendo egli ritirarsi dalla perfida compagnia, venne, come accade, la morte per distaccarnelo. S'ammala lo sfortunato sul fior degli anni, si abbandona, si colca, ed essendo già dichiarato pericoloso, ne viene ad esso un religioso, a me noto, per disporlo a quel passo estremo. Entra in camera, s'avvicina al letto, il saluta e con prudenti maniere comincia ad insinuarsi. Segneri. - Picchiò pian piano con intenzione di dirsi un pellegrino smarrito, che chiedeva ricovero, fino a giorno. Nessuno risponde: ripicchia un po' più forte; nemmeno un zitto. Allora va a chiamare un terzo malandrino, lo fa scendere nel cortiletto, come gli altri due ecc. Tutto s'eseguisce con gran cautela ecc., e così di seguito. Manzoni. (Prom. Sposi, cap. VIII):
ciò si usa anche più spesso in poesia, trascorrendo liberamente dal passato al presente. P. es. così disposti messero in quel loco Le successive guardie e se ne vanno. Ariosto:
invece del futuro, quando si vuole esprimere un fatto con maggior certezza, p. es. io parto stasera per Roma. Torno subito. Domani vengo a trovarvi. Nella prossima settimana arrivano gli amici. - Questo signore viene e conviensi onorare. (Carlo di Valois aspettato a Firenze). Compagni.
§ 4. IL PASSATO PROSSIMO è il passato del presente, ossia indica un'azione, stato o modo di essere già compiuto, ma considerato in relazione col presente: questa relazione può aver luogo in più modi:
| |
Prom Roma Carlo Valois Firenze
|