L'imperfetto accenna quindi ad azioni d'una certa durata e continuità, sia per propria natura, sia per ripetizione di atti:
per propria natura: Il cielo prometteva una bella giornata: la luna, in un canto, pallida e senza raggio, pure spiccava nel campo immenso d'un bigio ceruleo che giù giù verso l'oriente s'andava sfumando leggermente in un giallo roseo. (Ciò accadeva nel momento in cui Renzo svegliatosi si diresse verso la riva dell'Adda). Manzoni:
per ripetizione di atti. Nella villa di Filettole, in un albero molto bello, faceva il nido un uccello ogni anno e appresso gli dimorava una serpe, la quale bene spesso gli divorava i figliuoli, poich'erano grandicelli. Firenzuola. - Il P. Felice girava di giorno, girava di notte per i portici, per le stanze, per quel vasto spazio interno, animava e regolava ogni cosa; sedava i tumulti, faceva ragione alle querele, minacciava, puniva, riprendeva, confortava, asciugava e spargeva lagrime. (Ciò, durante la pestilenza di Milano, nel momento in cui Renzo giunse al lazzeretto). Manzoni.
§ 7. Perciò in unione con altri tempi passati (o col presente storico) indica le circostanze che accompagnano un'azione principale. Già si tacea la Fiammetta e ciascun rideva ancora del nuovo argomento dallo Scalza usato, quando la reina (regina) ingiunse a Filostrato che novellasse. Boccaccio. - Alla moglie che dirottamente piangea, disse: Luisa mia, quanto posso io vivere? Davanzati. - L'assediato, vedendo che il nemico non dava segno di ritirarsi, aprì una finestra.
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