Botta. - Saliva (salì) il re all'altare e, presasi la corona ed in capo postolasi, disse: ecc. Botta. - Singolare volontà che gli (all'Alfieri) faceva imparare il greco a cinquant'anni! Gioberti.
§ 10. Talor avviene che, trattandosi d'un fatto passato, si pongono all'imperfetto anche certe circostanze che dovrebbero stare in presente, perchè si verificano ugualmente nel tempo che parliamo; come se, p. es. parlando d'una città ancora in piedi, ne descrivessimo le parti relativamente ai personaggi del racconto, e prescindessimo dalla conservazione posteriore delle medesime. Questo dicesi imperfetto di attrazione o di analogia, ed ha luogo specialmente nel discorso indiretto (vedi la Parte II), quando si fa proferire ad una persona una sentenza vera anche fuori del suo tempo, dove pure si usa talora l'imperfetto invece del presente. Dicendogli (a Cosimo) alcuni cittadini .... che si guastava la città e facevasi contra (contro) Dio a cacciare di quella tanti uomini dabbene, rispose: com'egli era meglio città guasta che perduta .... e che gli stati non si tenevano con i paternostri in mano. Machiavelli.
§ 11. L'imperfetto si usa pure talvolta per accennare a cosa fatta o detta poco prima del momento in cui si parla, a guisa del passato prossimo. - Il desiderio, come dicevamo poc'anzi, non è mai soddisfatto. Leopardi. - Or dianzi io qui giungea. Alfieri.
§ 12. IL TRAPASSATO PROSSIMO è uguale all'imperfetto, ed ha i medesimi usi di quello, se non che esprime azione compiuta; è un imperfetto non in atto, ma in effetto e, per usare il linguaggio dei matematici, esso sta all'imperfetto, come il passato prossimo sta al presente.
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Alfieri Cosimo Dio
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