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      Questa mattina ho rappresentato ecc. quanto da V. S. Ill.ma mi fu ieri imposto intorno alla sua partenza per Pisa. Redi. - Pur ier mattina le volsi le spalle. Dante. - E già iernotte fu la luna tonda. Dante. - Se tu ieri ci affliggesti, tu ci hai oggi tanto dilettate, che niuna meritamente di te si dèe rammaricare. Boccaccio:
      o perchè si accenni a un tempo storico preciso, una data, un anno, un'età già nota. Ne' tempi del primo re di Cipri, dopo il conquisto fatto della Terra Santa da Gottifré di Buglione, avvenne che una gentil donna di Guascogna .... da alcuni scellerati uomini villanamente fu oltraggiata. Boccaccio. - Essendo l'impero di Roma da' Francesi ne' Tedeschi trasportato, nacque tra l'una nazione e l'altra .... acerba e continua guerra. Boccaccio:
      o perchè la separazione dal presente si accenni con espressioni indeterminate, quali sarebbero una volta, un tempo, anticamente, già e simili. Nella nostra città, non sono ancora molti anni passati, fu una gentildonna ecc. Boccaccio. - Narrano le antiche cronache, ch'egli fu già in Portogallo un uomo dabbene ecc. Gozzi. - Più spesso però tali espressioni sono sottintese. Fu in Firenze un nobile giovine, il cui nome fu Tebaldo degli Elisei. Boccaccio.
      Si può usare, specialmente in poesia, il passato remoto dove il senso richiederebbe il trapassato prossimo. P. es. Pure alfin si levò da mirar l'acque - E ritornò dove la notte giacque - cioè, era giaciuta.
     
      § 15. Il passato remoto è pertanto il tempo proprio della narrazione, come l'imperfetto della descrizione: indica l'azione non in quanto dura, ma in quanto passa per dar luogo ad un'altra seguente; ed unito coll'imperfetto o col trapassato prossimo tiene esso la parte principale, lasciando a questi l'uffizio di significare le circostanze accessorie.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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