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      Monsignore illustrissimo, avrò (posso avere, forse ho) torto. Manzoni. - Dirà (può dire) il signor curato che son venuto tardi. Manzoni;
      o in luogo d'un condizionale: Si dovrà Venceslao chiamare un infame? .... Chi si sdegnerà d'essere infame ancor egli in compagnia di sì nobili personaggi? Segneri.
     
      § 21. Quando l'azione da farsi è imminente, il futuro si circoscrive colle frasi essere per, stare per, ed un infinito. Io sono per ritirarmi del tutto di lui. Boccaccio. - Io sto per dirvelo. Cecchi.
      Vedi più oltre sull'uso dell'Infinito.
     
      § 22. IL FUTURO ANTERIORE indica un'azione compiuta nel tempo futuro: Quando tu avrai trovato che Iddio non sia, che avrai fatto? Boccaccio.
      Si adopera specialmente e più spesso nelle proposizioni temporali subordinate. Vedi la Parte II.
      Anch'esso, come il futuro semplice, può prendere il senso d'incertezza e dubbio. Se i libri non hanno beneficato lo stato degli uomini in altro, l'avranno (forse lo hanno ecc.) vantaggiato ne' costumi. Gozzi. - La più parte degli sgherri di casa se n'erano andati. Chi avrà cercato (forse aveva cercato) altro padrone, chi si sarà arrolato ecc. Manzoni.
     
      CAPITOLO XVIII
     
      Uso dell'imperativo e del condizionale.
      (Gramm., cap. XIX, § 12 e cap. XX, § 7 in fine).
     
      § 1. L'IMPERATIVO esprime direttamente la volontà che una cosa avvenga o si faccia. È quindi il modo del comando, del consiglio, della preghiera. Di sua natura avrebbe solamente le seconda persona tanto singolare, quanto plurale; per la prima plurale e per la terza persona sing. e plur. adopera il congiuntivo.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





Venceslao Infinito Iddio Gramm