I quattro verbi avere, essere, sapere, volere, mancano eziandio della seconda plurale, e la prendono pure dal congiuntivo dicendo abbiate, siate, sappiate, vogliate. Spesso crediate (da credere) si usa per credete.
§ 2. Il pronome personale di forma soggettiva si tace coll'imperativo: prendi, va, guardate (non prendi tu, o tu prendi), salvo il caso, assai frequente, che il pronome si debba far rilevare per contrapporlo ad altri soggetti espressi o sottintesi; p. es. parlate voi (cioè, invece di altri; ovvero, dopo che hanno parlato gli altri o sim.). - Vedrai quando saranno Più presso a noi, e tu allor li prega (pregali) (tu sta in corrispondenza di essi che saranno più presso). Dante. - Dimandal tu ancora Di quel che credi che a me soddisfaccia Ch'io non potrei. (Qui tu si oppone all'io seguente). Dante. - Quel benedett'uomo del signor Curato m'ha impastocchiato certe ragioni che non ho potuto ben capire; spiegatemi voi meglio, perchè non può o non vuole maritarci. Manzoni. - Si deve poi esprimere il pronome ogni volta che il soggetto sia determinato da altre parole. Lasciate ogni speranza voi ch'entrate. Dante. - Vedi addietro, capitolo VI, § 11.
§ 3. IMPERATIVO NEGATIVO. Se il comando è negativo, invece della seconda persona singolare si adopera l'infinito preceduto dalla negazione (forse per la ragione che allora la forma dell'imperativo potrebbe confondersi con quella simile dell'indicativo); p. es. non dire di no, non partire, non ti lodare, non temere. - Dante, perchè Virgilio se ne vada, Non pianger anche, non pianger ancora.
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Curato Virgilio
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