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      Redi. - Mi corregga pure, mi riprenda, se non so parlare come si conviene. Manzoni. - Costui paventi L'augusta maestà del tuo cospetto. Parini. - Faccian le bestie fiesolane strame Di lor medesme (medesime), e non tocchin la pianta. Dante:
      in senso di augurio o d'imprecazione. Vagliami il lungo studio e il grande amore Che m'han fatto cercar lo tuo volume. Dante. - Pur sia lodato chi ti mandò una volta. G. Gozzi. - Dio vi guardi, il suo angelo vi accompagni. Manzoni. - Possano questi secoli non essere rammentati nella storia. Guerrazzi. - Sia maledetto chi tal legge pose, E maledetto chi la può patire. Ariosto:
      in senso di concessione per es. sia che vuol essere, sia pure. - Parli chi vuole in contrario. Boccaccio. - Siano grandissimi quanto si voglia i delitti commessi, siano inestimabili ecc. Guicciardini.
     
      § 3. L'IMPERFETTO ED IL TRAPASSATO (attiv. lodassi, avessi lodato ecc.; passiv. fossi lodato, fossi stato lodato) denotano l'azione come stata possibile nel passato o tuttora possibile, ma senza speranza che si avveri. Si adopera dunque:
      in senso di rammarico, pentimento, vano desiderio (modo detto dai grammatici ottativo). Volesse Iddio che t'avesse dato tal cuore! Latini. - Oh dolcissime voci che mi suonano intorno! Almen vedess'io da chi sono esse formate! G. Gozzi. - Oh, tu dicessi il vero! Niccolini:
      in senso di rimprovero per cosa che si doveva o non si doveva fare. S'io non ti piacevo, non mi avessi tolta. Cecchi. - Io non ti darò un danajo (denaro); avessili tolti (li avessi presi, dovevi prenderli) quando io te li volli far dare.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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