Deliberai di non volere, se la fortuna mi è stata poco amica, essere io nemica di me medesima. Boccaccio. - Chiaritosi (messosi in chiaro) esser lui che faceva questi baccani, crescevano gli oltraggi ad uomini e donne. Davanzati. - Questa reina (regina) comprese bene .... esser lui il più savio uomo del mondo. Sacchetti.
Se però il soggetto dell'infinito fosse quel medesimo della proposizione principale, si usa anche colla terza persona la forma soggettiva. Non bastandogli d'esser egli e i suoi compagni in breve tempo divenuti ricchissimi ecc. Boccaccio. - Richiesta se alcuno l'avesse a quel misfatto consigliata, rispose di no e averlo ella sola divisato. Papi.
Il pron. riflessivo sè, non suole, nell'uso moderno, farsi soggetto dell'infinito: quindi o si tralascia o, se fosse necessario, si sostituisce coi pronomi egli, ella (vedi qui sopra), eglino, essi ecc. Negli antichi si trova spesso. Gabriotto seppe sè essere amato. Boccaccio. - Gli fece dire sè essere apparecchiato a fare ecc. Boccaccio. - Talora anche ne' moderni. Si avvisò di scrivergli un biglietto, in cui gli diceva sè essere (invece di d'essere o essere ella) testè arrivata da Caen. Papi.
§ 24. INFINITO CON ELLISSI D'ALTRO VERBO. Spesso si adopera l'infinito in un modo sospeso, quasi dipendesse da un verbo principale sottinteso:
per esprimere maraviglia o ripugnanza. Io chiudermi (sott. dovrò) tra i deserti? .... Io darmi tanti tormenti? .... Io non mangiare? io non bere? io non dormire? io non parlare? io non ridere per tanti anni?
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Caen
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