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      § 8.
     
      § 4. È però comune anc'oggi l'usare questi intransitivi intensivi, ma aggiungendo alle particelle pronominali l'avverbiale ne, p. es. andarsene, partirsene, starsene, viversene, rimanersene ecc. (nel senso del semplice andare, partire, ma con maggior forza e determinazione). E le lor donne e i figliuoli piccioletti quale se n'andò in contado, e qual qua e qual là. Boccaccio. - Tu te ne se' così tosto tornato in casa? Boccaccio. - Tu te n'andrai con questo antivedere. Dante. - Vassene il valoroso. Tasso. - Genserico se ne tornò in Africa. Machiavelli. - Se ne stava tutto il dì al tavolino. Pellico. - Vedi nel capitolo degli avverbii la particella ne.
      Intorno al modo di circoscrivere i tempi del verbo attivo coi verbi ausiliarii stare, andare, vedi addietro, cap. XVI, §§ 22, 23, 24.
      Intorno all'uso dei verbi attivi senza alcuno oggetto espresso, vedi la Parte II, dove si tratta del complemento oggetto.
     
      § 5. VARIE SPECIE DI RIFLESSIVI. Nell'uso dei verbi riflessivi bisogna distinguere quei casi, in cui il soggetto è causa efficiente dell'azione significata dal verbo, da quei casi, in cui il soggetto soffre l'azione, piuttostochè farla propriamente. Nei primi il pronome personale è vero oggetto del verbo, nè più nè meno che sarebbe un nome; nei secondi il pronome è soggetto e oggetto insieme, o piuttosto è una cosa di mezzo fra l'uno e l'altro.
     
      § 6. Ai primi appartengono, p. es. battersi (battere sè stesso a bella posta, nè più nè meno che un'altra persona o cosa), caricarsi, ferirsi, lodarsi, uccidersi, scusarsi, vestirsi, spogliarsi, amarsi, odiarsi, ecc. ecc.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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