Ai secondi appartengono, p. es. spaventarsi (restare spaventato, non già mettersi paura a bella posta, come si farebbe ad altri), smarrirsi (restare smarrito, non già perder veramente sè stesso, come si perderebbe qualche cosa), turbarsi, addolorarsi, annojarsi, addormentarsi (restare addormentati, mentre si dice addormentare alcuno per farlo dormire), attristarsi, rallegrarsi, contentarsi, appagarsi (esser contento, pago, mentre si dice contentare o appagare alcuno), ingannarsi (sbagliare involontariamente). Gli orecchi possono leggermente ingannarsi, e più che mai possono ingannarsi gli occhi. Magalotti.
Talora avviene che uno stesso verbo possa usarsi ora nell'un significato ora nell'altro, come p. es. il verbo affliggersi, che può significare tanto affligger sè stesso volontariamente per correggersi, quanto essere afflitto, provar dispiacere. Esso medesimo si comincia a punire fuggendo ogni diletto e affliggendosi in ogni penitenza. Cavalca. - Mentre costui così si affligge e duole E fa degli occhi suoi tepida fonte ecc. Ariosto.
§ 7. Vi sono, oltre a questi, molti intransitivi di forma riflessiva, tali cioè che non possono separarsi mai dalle particelle pronominali, o che, separandosene, varierebbero affatto significato; p. es. abboccarsi nel senso di parlare con alcuno (abboccare vale prendere colla bocca); accorgersi, adirarsi, ammalarsi, apporsi nel senso di dar nel segno, indovinare (apporre significa aggiungere, criticare ecc.), arrendersi, astenersi, diportarsi, impadronirsi (non è dell'uso impadronire alcuno per renderlo padrone), ingegnarsi, incollerirsi, lagnarsi, maravigliarsi, pentirsi, peritarsi, ravvedersi, sovvenirsi per ricordarsi (sovvenire vale ajutare), vergognarsi.
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