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      Caro. - Il detto Patriarca ammalò a morte. G. Villani. - Antisco infermò a morte. Boccaccio. - Aggravando nel male non lasciava pur una delle sue radicate libidini. Davanzati. - Inchinando l'uno all'altro, presero commiato. Ser Giovanni Fiorentino. - Or muovi, non smarrir l'altre compagne. Petrarca. - Di dove muove un soffio d'aura gelata. Magalotti. - Non sbigottir, ch'io vincerò la prova. Dante. - Un topo .... trasse all'odore. Novellino. - Temendo e vergognando. Boccaccio. - Leva su, vinci l'ambascia. Dante. - Ond'io maravigliando dissi: or come Conosci me? Petrarca. - Come degnasti d'accedere al monte? Dante. - I Fiorentini sdegnarono molto. G. Villani.
     
      § 9. VERBI DI DOPPIA FORMA ecc. Alcuni verbi hanno doppia forma e doppia costruzione; l'una attiva, l'altra intransitiva e riflessiva; come ricordare, scordare, rammentare, lamentare una cosa; e ricordarsi, scordarsi, lamentarsi ecc. di una cosa. Altri hanno una forma riflessiva, ed una impersonale: dolersi di una cosa, dolere di una cosa ad alcuno; sovvenirsi d'una cosa, sovvenire ad alcuno di una cosa. Vedansi i Vocabolarii.
      Altri verbi intransitivi prendono talora forma riflessiva, come abusare. Alcuni si abusano di questo detto di Cristo. Segneri. - È nell'uso anche sbagliarsi accanto a sbagliare. P. es. Potrei sbagliarmi, ma credo che sia così. (Vedi Fanfani, e Arlia. Lessico della corrotta italianità).
      Alcuni verbi riflessivi assoluti lasciano talvolta la particella pronominale per prendere senso, come dicono, fattitivo, significando il mettere altri in quello stato che il verbo accenna; p. es.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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