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      - È notabile il verbo darsi nel senso di succedere, accadere, esserci: si dà, si dava, si dette, si è dato ecc.
     
      § 2. Questo concetto impersonale non si esprime, com'è naturale, nè colla prima nè colla seconda persona grammaticale, poichè queste non si possono mai spogliare di un senso realmente personale, rappresentando la prima colui che parla, e la seconda colui, al quale si parla; mentre la terza grammaticale non involge necessariamente il concetto di persona umana o di cosa individuale. Questo concetto esclude pure il plurale, perchè la moltiplicità, espressa dal plurale, denoterebbe cose individuali e determinate. La sola terza singolare pertanto costituisce il verbo impersonale. - Anche que' modi che non hanno persone si adoprano bene impersonalmente; tali sono l'infinito, il gerundio e, in certi casi, il participio passato.
     
      § 3. Per dare poi all'impersonale un'esistenza a parte, un'indipendenza da ciò che fa le veci di soggetto, alcune lingue sogliono accompagnarlo col pronome neutro di terza persona (in francese il, p. es. il pleut, il y a, il manque ecc.; in tedesco es dünkt mich, es reget).
      In italiano il pronome corrispondente è egli e più spesso, in forma abbreviata, e' o gli (Vedi addietro, capitolo VI, § 13), molto frequenti nel parlar vivo e negli scrittori antichi, ma rari nell'uso moderno.
      Anche ci e vi con alcuni verbi servono a dar loro senso impersonale d'esistenza locale: ci è, vi ha, ci corre, ci va ecc. benchè si possa anche ad essi premettere il pronome neutro e' ci è, e' ci ha.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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