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      I prodigi avvenuti il secolo precedente in Bologna, quando vi piovve pietre. Segneri. - Ben v'è tre vecchi ancora, in cui rampogna L'antica età la nova. Dante. - V'è degli uccelli che son privi dell'intestino cieco. Redi. - Havvi (vi ha) letti che vi parrebber più belli che quelli del Doge. Boccaccio. - V'ha sedili e sponde Di vivo sasso. Caro. - V'ha alcune poche persone al mondo, condannate a riuscir male in ogni cosa. Leopardi. - Se di questo (re Oddone) non ci è figliuoli, ci sono io. Giambullari. - L'un delli quali (de' quali) ancor non è molti anni Rupp'io. Dante. - Oggi fa ventidue giorni. Tav. Rotonda. - Ti risovviene di quella giovinetta che quattro anni fa villeggiava appiè di queste colline? Foscolo. - E' non è molti anni che mi trovava in Genova. Sacchetti. - All'Abate parve mill'anni di sostituire il mugnaio in suo luogo. Sacchetti. - Mi tocca de' rimproveri. Manzoni.
      Ciò si fa talvolta anche con altri verbi, usati a maniera d'impersonali. Mancavi non pur parole, ma righe. Salviati. - In due mesi può nascer di gran cose. Manzoni. - Viva i miei buoni Milanesi. Grossi. (Non si direbbe mai vivano, perchè questa forma è divenuta interjezione). - Soldati non ne verrà certamente. Manzoni. - Di quella scheggia usciva insieme Parole e sangue. Dante. - Diciamo spesso: batte le cinque, suona le otto ecc.
     
      § 7. Nondimeno nell'uso più nobile e costante delle scritture, questi e simili impersonali divengono personali, accordandosi in numero col plurale. Piovonmi amare lagrime dal viso.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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