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      Vieni dove son io equivale a dire Vieni qui (avverbio) dove (congiunz.) sono io: seggo perchè sono stanco equivale a seggo perciò (avverbio) che (congiunz.) sono stanco.
     
      § 2. L'avverbio non può modificare solamente il verbo, come indica il suo nome, ma anche spesso il participio, l'aggettivo, od un altro avverbio. Ciò per altro vale soltanto per gli avverbii di maniera, grado e quantità; p. es. veramente bello, mollemente assiso, crudelmente pietoso; più o meno virtuoso, più o meno bene, sommamente bene; e sim. Gli avverbii di luogo e di tempo non modificano veramente l'aggettivo, ma il verbo sottinteso. Se dico p. es. un mezzo ora utile, ora dannoso, voglio dire un mezzo che ora è utile, ora è dannoso, nè áltero comecchessia il significato della voce dannoso. Se dico, salgo un monte qui alto e là basso vengo a dire che qui è alto, là basso. La strada sempre libera vale che è sempre ecc. e così via discorrendo.
     
      § 3. AVVERBIO IN SENSO D'AGGETTIVO. Spesso l'avverbio fa le veci dell'aggettivo o tien luogo di un predicato nominale. Ciò avviene specialmente con avverbii di quantità, più, meno, assai, abbastanza (Vedi addietro cap. XI, § 6 e 7). Avviene pure cogli avverbii comparativi di maniera meglio, peggio, invece di migliore e peggiore tanto col singolare, quanto col plurale. (Vedi addietro, cap. III, § 7, nota). Ho cavato altri da peggio (peggiori) imbrogli. Manzoni. - Usiamo spesso dire la meglio nel senso di la miglior via, la miglior maniera. Aprire quella prima folla, rovesciarla a destra e a sinistra sarebbe stata la meglio.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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