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      G. Gozzi.
     
      § 12. ENCLITICHE AVVERBIALI INVECE DEI PRONOMI. Queste medesime particelle enclitiche si adoprano anche spessissimo, or sole ora unite colle pronominali per indicare relazioni che coi nomi e pronomi vengono indicate dalle preposizioni a, in, con, su, di, da, premesse ai nomi e pronomi stessi.
      Ci o vi comprende il senso di a, in, con, su secondo i diversi verbi. Non che alcuna donna, quando fatta fu questa legge, ci (ad essa) prestasse consentimento ecc. Boccaccio. - L'opera nostra potrà essere andata di modo che noi ci troveremo, con l'ajuto di Dio, buon compenso. Boccaccio. - I guai vengono spesso, perchè ci (ad essi) si è dato cagione. Manzoni. - L'ambasciatore veneziano è sul placare il Papa, e per ancora non ci (a questa cosa) ha trovato stiva. Machiavelli. - Ella dice d'andare a questo Gesù e s'ella ci va (cioè, nel luogo dove egli è), egli ci caccerà incontanente da lei. Vita di S. Maddalena. - Si trovano molti principi che ci peccano (peccano in questa cosa). Machiavelli. - Ci voglio durar fatica (in questa cosa). Boccaccio. - Queste parole .... senza rispondervi alcuna cosa, ascoltai con grave animo. Boccaccio. - Essendo Pisa anticamente terra d'imperio pareva non appartenesse ad altri che a Cesare la cognizione delle ragioni di quelli che vi (a quella) pretendevano. Guicciardini.
     
      § 13. Come apparisce da questi esempii e dagli altri che potremmo portare, la part. ci usata in senso pronominale ha, conforme al suo primo significato locale, un valore indeterminato e che s'accosta al neutro.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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