Ariosto. Altre volte piglia elegantemente il senso di molto. Anima, assai ringraziar dèi (devi) Che fosti a tanto onor degnata allora. Petrarca. - Assai sobrii vorrei che andassimo nelle etimologie. Magalotti. In corrispondenza di poco: Vostra usanza è di mandare ogni anno a' poveri del vostro grano, chi poco e chi assai. Boccaccio.
Sono comunissimi nel parlar vivo i modi: sapere assai, importare assai in senso ironico, per dire saper o importare poco o nulla; p. es. So assai di algebra io! m'importa assai de' fatti loro!
§ 31. Troppo assume talora il senso di molto, ma quasi soltanto con aggettivi o avverbii comparativi. Egli è troppo più malvagio, ch'egli non s'avvisa. Boccaccio. - Or mi diletta Troppo di pianger più che di parlare. Dante: ovvero si adopera in senso di davvero per indicare un certo rammarico (più spesso pur troppo). La qual cosa veggendo, troppo s'avvisarono ciò che era. Boccaccio. - Queste qualità di opere, pur troppo comuni ai teatri moderni .... prendo io a ferire nell'odierno ragionamento. Segneri.
Troppo in corrispondenza di per puzza di francesismo. Era troppo fine ed accorto Alessandro per aver a credere da senno questa menzogna. A. M. Salvini.
Affatto vale interamente, del tutto e si adopera così in proposizioni affermative come in negative. Amor s'ingegna Ch'io mora (muoja) affatto. Petrarca. - Questo nome non è senza mistero affatto. Salviati. È modo erroneo affatto in senso negativo per punto, p. es. Ti darei de' denari, ma non ne ho affatto.
§ 32. AVVERBII NEGATIVI. Siccome questi avverbii hanno il loro uso molto strettamente collegato colle varie proposizioni, in cui si trovano, così ci riserbiamo di parlarne in concreto nella P. II, considerandoli appunto dentro le proposizioni.
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Vostra Alessandro Salvini
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