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      G. Gozzi. - E che t'ha detto il padre? (Il padre) m'ha detto che cercassi d'affrettare le nozze. Manzoni;
      quando il soggetto è un pronome personale anteposto alla corrispondente persona di un verbo; eccetto il caso che per amor di chiarezza o di energia si debba esprimere (P. I, cap. VI, § 11). L'esprimere, senza alcun bisogno, il pronome personale sentirebbe di francesismo.
     
      § 4. PREDICATO. Dicesi predicato quell'azione, condizione o stato che nella proposizione si attribuisce al soggetto (P. I, Prelim., 3, 5). Si distingue in predicato verbale e predicato nominale.
     
      § 5. Il predicato verbale consiste in un verbo transitivo (attivo e passivo) od intransitivo, ma tale che denoti di per sè un'azione, uno stato, una qualità; p. es. Pietro legge, Pietro è o viene lodato; il fiore nasce. Deve dunque il predicato verbale contenere in sè quanto ci vuole per determinare un'azione, ond'è che i verbi di lor natura molto indeterminati (come essere, parere, diventare, stare ecc.) di rado si adoperano in questo senso (vedi più sotto § 7, nota ult.).
     
      § 6. I verbi così detti servili posso, voglio, debbo, soglio ed anche so nel senso di posso, non hanno un senso intero senza un altro verbo espresso o sottinteso, che si mette in infinito; p. es. posso parlare, voglio sentire, debbo partire, soglio passeggiare ecc. I Fiorentini la libertà mantenere non sanno e la servitù patire non possono. Machiavelli. Cfr. P. I, cap. XX, § 12.
      Prendono per altro un senso intero, quando si adoprano assolutamente: come potere per esser potente, dovere per esser debitore ecc.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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