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      In che paese ti trovasti e quando A poter più di me coll'arme in mano? Ariosto. - Mi veggo torre quattromila scudi che esso mi debbe (deve). Caro. - Ma non può tutto la virtù che vuole (che ha il volere). Dante.
      Intorno all'ellissi dell'ausiliare ne' tempi composti de' verbi, vedi P. I, cap. XVI, § 20.
     
      § 7. Il predicato nominale consiste in un attributo (vedi più sotto) unito al soggetto col verbo essere o con altro verbo, che non basti di per sè solo a determinare l'azione; come stare, rimanere, restare, riuscire, parere, divenire, tornare ed altri di simile significato. La vita è breve, il libro pare o sembra bello, il ferro diventa lucido ecc. Io rimasi stupito. Il cielo era o pareva di fuoco. Alessandro divenne di gran valore ecc. - La gloria degli scrittori riesce più grata da lungi che da vicino. Leopardi. - Prunèo venne bello della persona. Boccaccio. - Mi vorranno forzare ed io starò dura. Manzoni. - Ravvediti oramai e torna uomo. Boccaccio.
      Il predicato nominale può anche farsi col passivo e col riflessivo dei verbi chiamare, nominare, stimare, eleggere, creare, fare (nel senso di recare ad uno stato o di reputare ecc.); trovare, lasciare, rendere, ridurre, confessare, scoprire, vantarsi ed altri di simile significato; p. es. Cicerone fu chiamato padre della patria. Cesare fu eletto console. Messer Corso fu giudicato rubello. Machiavelli. - Lombardo fui e fui chiamato Marco. Dante. (Vedi più oltre, § 15).
      Anche altri verbi intransitivi si possono costruire con un predicato nominale, come nascere, vivere, morire, andare ecc.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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