La chiamano la signora, per dire ch'è una gran signora. Manzoni. - Io sono un povero frate. Manzoni. - La gloria è giudicata dalla miglior parte degli uomini il maggior bene che sia concesso ai mortali. Leopardi.
Inoltre l'articolo indeterminato si suole premettere al predicato quando esso denota un individuo di una specie o un caso singolare d'un'idea astratta (P. I, c. I, § 3); p. es. tu sei un cane, costui sembra un lupo, Siringa divenne una pianta. Credo che così sia com'ella dice, e Tindaro è una bestia. Boccaccio. - Il cammino fu una solennità (una cosa solenne). G. Gozzi. Si può anche premettere all'aggettivo per dargli senso individuale, p. es. tu sei un pazzo, un crudele, un folle, un forsennato, salvo il caso che fosse preceduto da un avverbio di quantità (poco, molto, più, troppo ecc.). Io non so s'io mi fui qui troppo folle. Dante.
Nel plurale, per altro, si omette sempre l'articolo partitivo de', degli (vedi cap. cit., § cit. in fine).
§ 9. CONCORDANZA DEL PREDICATO CON UN SOLO SOGGETTO. È regola generale che il predicato verbale debba concordarsi col proprio soggetto in numero e persona, ed il predicato nominale, se è un aggettivo o un sostantivo con doppia flessione, anche in genere. Così pure i participii passati uniti al verbo essere o venire per formare i tempi della voce passiva prendono sempre il genere ed il numero del soggetto; per es. Il sole risplende, i cattivi sono puniti, i fiori sono belli, Saffo era poetessa (non poeta), la guerra è devastatrice; gli amici sono o vengono licenziati.
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Siringa Tindaro Gozzi Saffo
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