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      Ma se però il predicato nominale contiene un sostantivo d'altra specie, questo non si accorda col soggetto, benchè vi si accordi sempre il verbo che lo accompagna; p. es. le virtù sono la consolazione degli uomini (non è la consolazione). Le eccezioni a questa regola generale sono le seguenti:
      Se il soggetto è un nome collettivo singolare, seguito da un complemento partitivo di numero plurale, anche il predicato si fa plurale, e si accorda col genere del complemento. Innumerabile moltitudine d'infermi trassero a lui. Cavalca. - Una infinità di strumenti da dar martorio furono preparati. Firenzuola. - Una gran parte degli abitanti si rifugiavano su per i monti. Manzoni. - Il resto della gente si era sfilata, e il resto dei cavalli parte venduti, parte lasciati. Guicciardini.
      Anche senza il complemento partitivo si trova sovente il predicato in plurale. Questa buona gente son risoluti d'andare a metter su casa altrove. Manzoni. - L'inno che quella gente allor cantaro. Dante. Dicesi figura di sillessi o costruzione di pensiero.
      Se al soggetto plurale seguono, come spesso si usa nel verso, i pronomi ciascuno, ognuno ecc. in singolare, resta singolare anche il predicato. Ivi le Grazie ciascheduna sorse. Strocchi.
      In alcune frasi, dov'entra la parola cosa (ogni cosa, che cosa, cosa ecc.) l'aggettivo o il participio del predicato si fa maschile. Cos'è accaduto al mio padrone? Manzoni. - Fu loro detto ogni cosa. G. Fiorentino. - Tu vedi che ogni cosa è pieno. Boccaccio.
      Possono prendere il predicato maschile anche alcuni nomi femminili riferiti a maschio.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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