- Tu mi hai ridotta cosė misera. Foscolo.
Con alcuni di tali verbi, come prendere, adottare, eleggere, spacciare, lasciare o dare, proporre, offrirsi, accettare, tenere (stimare) e simili, si usa premettere al predicato la prep. per e pių di rado a, in, da. Ti prega, O santo petto, che per tua la tegni (tenga). Dante. - Elessero S. Giovanni per abbate. Vite SS. Padri. - Conoscendo costui per uomo pessimo, maravigliavasi di sė subito mutamento. Vite SS. Padri. - Non verrā dunque mai che ci diamo per vinti? Segneri. - Elessero a re Numa Pompilio. G. Villani. - Si dice sempre prendere alcuna o alcuno in moglie o per moglie o marito, adottare uno per od a od in figlio ecc. Trattare si costruisce con da. Tu vedrai che io tratterō te da suocero e lei da mia donna. Gelli.
§ 17. Quindi coi verbi portare, avere, credere, trovare, scoprire e simili l'aggettivo o il participio che accompagna l'oggetto fa spesso l'ufficio di predicato nominale, p. es. porto la barba rasa, i capelli corti; ho le scarpe rotte ovvero rotte le scarpe; veggo, trovo lacerati questi fogli; scoperse l'amico infedele, o infedele l'amico; nč si debbono tali aggettivi confondere coi veri attributi (vedi cap. seg.), nč tali participii accompagnati con avere, scambiarsi con quelli de' tempi composti (vedi P. I, cap. XVI, § 21). Un vecchio al duca occorre Che il manto ha rosso e bianca la gonnella .... I crini ha bianchi, e bianca la mascella Di folta barba. Ariosto. - Portavano descritto negli occhi lo spavento dell'animo loro.
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S. Giovanni Numa Pompilio Villani
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