- Acconsentì il semplice dell'istrice e tutto si disarmò. Firenzuola. - Se a queste locuzioni segue un aggettivo o participio, esso si accorda regolarmente col nome dello persona; p. es. quella bestia del mio servitore meriterebbe d'esser punito.
§ 8. POSSESSO. La persona o cosa, a cui un'altra cosa o persona appartiene come possesso, si costruisce colla prep. di. (A questo complemento corrispondono i pronomi possessivi aggettivi, mio, tuo, suo, altrui ecc. Vedi P. I, cap. VII). Il possesso poi può essere in senso proprio o figurato; p. es. la casa del conte, lo scrigno dell'avaro, i fiori dell'albero, le opere di Dante, le contrade di Firenze, i fogli del libro, le finestre di una casa, i lidi del mare, le spalle di Francesco, i piedi del cane, la verità di una sentenza, la coltura de' costumi, il dolore dell'animo.
Dopo il nome casa gli antichi sopprimevano il di apponendo la persona che la possedeva; p. es. a casa il medico, la moglie, i fratelli ecc.
Si può risguardare come possesso anche la parentela o la patria; per esempio, il figlio del principe, la moglie del contadino, un uomo della Liguria, i cittadini di Firenze, Alessandro Manzoni di Milano.
Anche da indica spesso la patria; p. es. S. Margherita da Cortona, Leonardo da Vinci. Questa giovane non è da Cremona, nè da Pavia, anzi è Faentina. Boccaccio. Vedi nel capitolo seg. i complementi di luogo.
Quanto alle strette relazioni fra il complemento di possesso e quello d'interesse costruito con un verbo, vedi il capitolo seguente.
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Dante Firenze Francesco Liguria Firenze Alessandro Manzoni Milano S. Margherita Cortona Leonardo Vinci Cremona Pavia Faentina
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