§ 12. CIRCOSTANZA. La circostanza o l'accessorio che accompagna una cosa o persona si esprime per mezzo della prep. con, a cui corrisponde, in senso negativo, la prep. senza; p. es. uomo colla barba, occhio colla cispa, artigli coll'unghie, cane colla museruola, strada col marciapiede, fronte colle rughe. Uomo senza barba, occhio senza cispa ecc. ecc. Vi corrispondono anche qui gli aggettivi: uomo barbuto, occhio cisposo, fronte rugosa ecc.; e la locuzione si puņ in tutti i casi risolvere per mezzo di avere con un oggetto; p. es. uomo che ha la barba, fronte che ha le rughe ecc.
Spesso il sostantivo di complemento č determinato da qualche aggettivo od altro complemento; per es. uomo colla barba lunga, nera; strada con largo marciapiede. Genti v'eran con occhi tardi e gravi. Dante. - Ecco la fiera con la coda aguzza. Dante. - Si vide una cometa con lunga e risplendente coda. Varchi. - Mi par di riconoscere il mio proprio ritratto con un viso di mummia, sparutello, secco .... con un certo colorito di crosta di pane. Redi.
Quando la circostanza si fa valere come distintivo d'una cosa dalle altre, usasi la preposizione da sempre articolata; p. es. la giovinetta dalle chiome d'oro, l'uomo dalla cappa nera, un vecchio dai capelli bianchi. Dimmi, Chi č colui dalla veduta amara? Dante. - Quest'angioletta mia dall'ali d'oro. G. De' Conti.
L'usare in questo caso la prep. a č francesismo rimasto perņ, come eccezione, nella lingua poetica. La lonza alla pelle dipinta. Dante. - I Geloni alla dipinta pelle.
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Conti Geloni
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