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      Questi complementi possono essere o avverbii propriam. detti, o frasi formate con preposizioni; sia che costituiscano vere frasi avverbiali come a caso, a un tratto, in breve ecc., sia che conservino al sostantivo tutto il suo valore come nella cittą, nella campagna, durante la notte, intorno alla casa, davanti al giudice, contro i nemici ecc. (Vedi la Gramm., P. II, cap. XXVIII, e la Sintassi, P. I, cap. XXV e XXVI). I complementi avverbiali modificano, quali il solo verbo, quali anche aggettivi, avverbii, e quei sostantivi che contengono senso di azione o di stato, p. es. amore (azion di amare), coraggio (essere coraggioso) ecc. ecc. Noi, lasciando al vocabolario tutti quei complementi che hanno chiaro in sč stessi il significato e la costruzione, spiegheremo soltanto quelli pił semplici e pił generali, che si formano con preposizioni proprie e che, appunto per la loro semplicitą, comprendono in sč tutti gli altri, mentre per la moltiplicitą dei significati che possono avere, sono assai difficili ad usarsi bene.
     
      § 2. LUOGO. Nell'indicare il luogo vuolsi distinguere il termine, dove si sta (stato in luogo), il luogo o termine, verso il quale si va (moto a luogo), che corrispondono agli avverbii qui, qua, costą, quivi, lą ecc.; il luogo o termine, dal quale si viene (moto da luogo), che corrisponde alle frasi avverbiali di qua, di lą ecc. e il luogo, dentro il quale uno si muove (moto per luogo), che corrisponde alle frasi avverbiali per qua, per qui, per di lą ecc.
      Per esprimere stato in luogo e moto a luogo si usano le prep. a ed in, articolate o no, secondo il senso o determinato o generico che si attribuisce al sostantivo.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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