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      Da un lato il monte Vesuvio, dall'altro i campi Elisi. Ganganelli. - Le difficoltà intendo di lasciarle da parte. Leopardi. - Da che parte si va per andare a Bergamo? Manzoni. Così dicesi tener da uno per tener la parte d'alcuno;
      coi nomi propri o comuni di persona o cosa personificata, per indicare il luogo, dove essa abita o si trova (corrisponde a presso, franc. chez). Adunque, disse la buona femmina, andatevene da lui. Boccaccio. - Assai prima di sera andò da Teresa. Foscolo. - Renzo rientrò dalle donne. Manzoni. - Un momento e son da te. Grossi;
      coi nomi di chiese, edifizi ecc. Stare da S. Maria, Abitare da S. Giorgio (cioè presso, nella contrada di). Passare da un luogo, cioè presso o per un luogo.
     
      § 6. MOTO DA LUOGO. Per esprimere moto da luogo si usano ora da, ora di con gli articoli o senza, secondo i casi. La prep. da (corrispondente ad a) indica propriamente il discostarsi dall'esterno d'un luogo, la prep. di (corrispondente ad in) segna piuttosto il partire dall'interno d'un luogo, ossia l'uscirne fuori. Presso gli antichi nostri scrittori. questa differenza si osservava fedelmente anche colla prep. articolata del; p. es. Partirsi dell'isola. Boccaccio. - La Giannetta uscì della camera. Boccaccio. E invece: Credendo lui esser tornato dal bosco. Boccaccio. - Tanto dal muro si scostano ecc. Boccaccio.
      Nell'uso moderno si adopera di, quando mancano gli articoli, specialmente se il verbo sia di tal natura da significare chiaramente il moto dall'interno d'un luogo (p. es. uscire): si adopera regolarmente da e non di, quando vi sono gli articoli, benchè si possa, per eleganza, seguire talvolta l'uso degli antichi.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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