§ 10. TEMPO. Il tempo si può determinare con in, a, di ecc. ed anche spesso senza preposizione alcuna.
In segna in generale lo spazio di tempo, dentro il quale un fatto accade. Io intendo di raccontare cento novelle, raccontate in dieci giorni da un'onesta brigata. Boccaccio. - Si giunge in pochi giorni a Bologna. Alfieri. - Si usa pure comunemente per indicare la data di un avvenimento coi nomi anno; mese, giorno o coi nomi speciali di ciascun anno, mese o giorno o parti del giorno; p. es. nell'anno ecc., nel mese di ecc., nel Gennaio, nell'Aprile ecc., nel giorno di ecc., nel martedì di, nella sera di ecc. Nacque nel 1389. Machiavelli.
La data s'indica spesso, in modo più indeterminato, senza preposizione alcuna; p. es. un giorno, una notte, una mattina, questa mattina, questa sera avvenne o è avvenuto ecc., la notte, il giorno, la sera vado ecc. La mattina appresso si fece chiamare il Consiglio. G. B. Adriani. - Esso continuava a germogliare il 22 settembre dell'anno 1612. Manzoni. - Venerdì 15 febbraio fui a visitare il sepolcro del Tasso. Leopardi. - Calandrino si levò la mattina. Boccaccio. - Ciascun anno, il giorno delle Pentecoste, con grande pompa davano ai nuovi uomini le insegne. Machiavelli.
Nella chiusa delle lettere e de' documenti si può accennare il tempo anche senza gli articoli, p. es. 24 Aprile 1860.
È da fuggirsi il dire per abitudine alla mattina o al mattino, alla sera, al giovedì; p. es. alla mattina soglio fare una lunga passeggiata, invece di la mattina.
§ 11. A segna con precisione il punto o momento di tempo, in cui accade qualche cosa; p. es. alle due, alle tre, alle quattro, all'ora fissata, al momento opportuno, allo spuntar del sole, all'alba, al tramonto, a sera.
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