Al contrario si usa più comunemente obbedire ad uno, che uno.
Ciò si riscontra altresì in alcuni verbi composti, che sono divenuti transitivi; p. es. precorrere, precedere uno piuttostochè ad uno (vedi P. I, cap. XIV, § 5) contradire uno ecc.
Così pure un certo numero di verbi transitivi, che ad un oggetto di cosa sogliono unire il complemento della persona interessata, possono fare oggetto quest'ultima, e cambiare l'oggetto in un complemento con varie preposizioni. Per esempio, si usa comandare, dimandare, richiedere, persuadere, perdonare, consigliare, donare, defraudare e sim. una cosa ad alcuno, ma si usa pure comandare ecc. uno di od in q. c. Si usa invidiare q. c. ad uno, ma anche invidiare uno in qualche cosa o per qualche cosa o di q. cosa.
Altre volte il verbo, cambiando costruzione, cambia significato. P. es. aggradire una cosa vale averla cara; gradire ad alcuno, piacergli - assistere uno, soccorrerlo; assistere ad una cosa, trovarsi presente - attendere uno o una cosa, aspettare ecc.; attendere ad una cosa, prestarvi attenzione - credere ad alcuno, tener per vero ciò ch'egli dice; credere una cosa, tenerla per vera - provvedere q. cosa, procacciarla; provvedere a q. cosa, prendersene cura - sodisfare uno, pagarlo; ad uno, contentarlo ecc. ecc.
§ 25. COMPAGNIA. Affine al complemento d'interesse è quello di compagnia, che si esprime per mezzo della prep. con. Quivi con molta famiglia, con cani e con uccelli, in conviti ed in festa .... cominciarono a vivere. Boccaccio.
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