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      Dante. - Voi che intendendo il terzo ciel movete. Dante. - Mediatamente (per mezzo di un predicato nominale). I' mi son un che, quando Amore spira, noto, ed a quel modo Che detta dentro, vo significando. Dante. - Noi siam galantuomini che non vogliam fargli del male. Manzoni.
      Se però nella costruzione mediata si volesse porre il predicato della proposizione principale in maggior luce del soggetto, si può, per eccezione, uscire da questa regola. Oh! se' tu quel Virgilio e quella fonte Che spande di parlar sì largo fiume? Dante. - Corisca son ben io, ma non già quella, Satiro mio gentil, ch'agli occhi tuoi Un tempo fu sì cara. Guarini.
      Talora, massimamente in verso, il pronome personale puro, con cui il relativo si accorda, è implicito in un pronome possessivo. Molto più felice l'anima della Simona, quant'è al nostro (di noi) giudicio, che vivi dietro a lei rimasti siamo. Boccaccio. - Se del consiglio mio (di me) punto ti fidi Che sforzar posso, egli è pur il migliore Fuggir vecchiezza. PetrarcaTalora il pronome relativo sta in plurale dopo un nome singolare. Innanzi che fosse terminata questa lite (le quali in corte di Roma non pare che abbian mai fine) ecc. Varchi
     
      § 3. ELLISSI DEL PRONOME DIMOSTRATIVO DETERMINATO. Quando il pronome dimostrativo quello o colui fa da predicato nominale, si può omettere e sottintenderlo davanti al relativo. Non siete voi (quelli) che parlate, ma lo Spirito Santo. Passavanti. - Dico che il forte è di tenersi in piede; Rispetto al come, è il caso che lo detta.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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