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      Non vi erano appena giunti, che il conte, volgendosi alla figlia, le diceva. Grossi.
      Spesso serve allo stesso significato la particella che interposta fra il participio passato e l'ausiliare (avere, essere) posposto sempre al participio. Finito ch'ebbe di leggere, stette lì alquanto a pensare. Manzoni. - Sciolto che fu il Pagan con leggier salto, Dall'ostinata furia di Bajardo, Si vide cominciar ben degno assalto. Ariosto.
     
      § 5. Dopochè, poichè, dappoichè, dacchè, e di rado posciachè, segnano un tempo anteriore alla proposizione principale. Dopochè fu consacrato e coronato ... imperò quattordici anni. G. Fiorentino. - A te convien tenere altro viaggio, Rispose poi che lagrimar mi vide. Dante. - Dacchè segna più precisamente tutto un tempo fino dal principio. Ed io da che comincia la bell'alba, Non ho mai tregua di sospir. Petrarca. - Quando da che si riferisce ad un nome indicante il tempo trascorso, si suole omettere da. Quanti anni son che il Boccadoro scrisse Questo de' tempi suoi! G. Gozzi. - Già il sesto anno volgea che in orïente Passò il campo cristiano all'alta impresa. Tasso.
     
      § 6. Anzi che, avanti che, prima che, finchè, fino a tanto che e sim. indicano che il tempo della prop. subordinata è posteriore a quello della principale. Si trovò alla Malanotte un po' prima che la carrozza ci arrivasse. Manzoni. - Seguirò l'ombra di quel dolce lauro, Finchè l'ultimo dì chiuda questi occhi. Petrarca.
      Finchè, fintantochè in questo senso si accompagnano spesso coll'avverbio negativo non.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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