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      Dante. - Qual io fui vivo, tal son morto. Dante. - Tal moria qual visse. Tasso. - Tanto si dà, quanto trova d'ardore. Dante. - L'operare è tanto più degno e più nobile del meditare e dello scrivere, quanto è più nobile il fine che il mezzo. Leopardi.
      Spesso si tralasciano gli avverbii o pronomi dimostrativi. Gli uomini, quanto più autorità hanno, peggio l'usano. Machiavelli.
      Spesso anche si tace il verbo della proposizione che comincia da come, quando sarebbe uguale a quello dell'altra, e così la proposizione si cangia in un complemento di maniera. Se tu fossi femmina come l'altre (come sono le altre), io non ti parlerei come io ti parlo. Novellino. Vedi P. I, cap. VI, § 8. Altre volte si sostituisce il verbo fare. E si ver noi aguzzavan le ciglia, Come vecchio sartor fa nella cruna. Dante. (Vedi P. II, cap. I, § 13, nota).
      Quando di due pronomi correlativi, quello che precede sia costruito con due sostantivi di genere diverso, l'altro si suole accordare col sostantivo più vicino. Ardisco desiderare la morte .... con tanto ardore e tanta sincerità, con quanta credo fermamente che non sia desiderata al mondo se non da pochissimi. Leopardi.
     
      § 20. Per esprimere disparità di grado si usano gli avverbi e le congiunzioni più .... che, meno .... che, meglio .... che, peggio .... che; maggiore, minore, migliore, peggiore .... che ecc.
      Il verbo della proposizione comparativa subordinata suole essere accompagnato da che non o di quello che. Fu di grado maggior che tu non credi. Dante. - Il ribaldo tornò più presto che il suo padrone non se l'aspettasse.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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