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      Firenzuola. - E che no, che non mi saprete rispondere? Goldoni;
      nelle frasi avverbiali anzi che no, piuttosto che no, piuttosto sì che no. Mi pare anzi che no, che voi ci stiate a pigione. Boccaccio. - (È) piuttosto collerico che no. G. Gozzi.
     
      § 13. FORMA INTERROGATIVA. La forma interrogativa può essere di due maniere; diretta e indiretta. È diretta nelle prop. principali. Che fai? che pensi? che pur dietro guardi? Petrarca. È indiretta nelle prop. subordinate. La piegarono a dire chi ella fosse e che quivi facesse. Boccaccio. - D. Abbondio non sapeva più in che mondo si fosse. Manzoni.
     
      § 14. INTERROGAZIONE DIRETTA. Servono all'interrogazione diretta i pronomi e gli avverbii relativi (vedi P. I, cap. XII, § 6, 10, 16, 21) quale, quanto, che, chi, come, quando, dove, e le congiunz. a che, perchè ecc. e le frasi per qual cagione, per qual motivo ecc. ecc.; p. es. qual vuoi? quanto ne desideri? chi è? ecc. come dici? perchè ti fermi? ecc. ecc.
      L'interrogazione si può riferire al predicato della proposizione, quando si tratta cioè di sapere se una cosa è o non è, e si può riferire al soggetto, oggetto o complemento di essa, quando si tratta di sapere quale o come sia.
      Nel primo caso si attende una risposta che può essere sì o no. (Vedi più oltre). Quando ci aspettiamo o supponiamo un sì, è regola incominciare la domanda con un non. In queste contrade non se ne trova niuna di queste pietre così virtuose? A cui Maso rispose: sì. Boccaccio. - Non è questo il terren ch'i' toccai pria? Non è questo il mio nido?


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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