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      § 2. FORME DEL COORDINAMENTO. La forma più semplice del coordinamento è quella che dispone le proposizioni l'una appresso l'altra, senza veruna parola di congiunzione o di correlazione. Si tiravano de' pomi, s'infioravano le fronti, si scioglievano le chiome, di nuovo le s'intrecciavano. Caro. - Odo già la scusa che voi mi volete addurre. Dite che se non vi fate voi la giustizia di vostra mano, ne va di sotto la vostra riputazione. Segneri. - Non si pretende che voi non sentiate le villanie, che non vi alteriate, che non vi accendiate, che siate sempre a guisa di un legno stupido. Segneri.
     
      § 3. Un'altra forma di coordinamento consiste nel preporre a tutte o ad alcune delle singole proposizioni un avverbio o un pronome o un numerale, che mostri chiara la relazione di esse fra loro. Tali sono, p. es. prima, poi o dipoi, quindi, poscia; ora, allora; oggi, dimani; parte, parte; questo, quello; alcuni, altri; primo, secondo ecc. Ovvero, nel ripetere la medesima parola più volte, p. es. Non vuole il Signore che andiamo spiando i fatti d'altri; vuole che attendiamo a noi stessi. Segneri. - Senza uomini dotti, il mondo potrebbe andare innanzi benissimo; senza uomini buoni, ogni cosa sarebbe sovvertita. Giusti.
     
      § 4. La terza forma di coordinamento si fa per mezzo di congiunzioni, dette appunto coordinanti (vedi Parte I, cap. XXVII, § 2-5), le quali indicano le diverse relazioni logiche che corrono fra l'una e l'altra proposizione, ossia il diverso senso del loro coordinamento.
      Ora le relazioni fra più proposizioni di pari grado, si riducono a tre specie principali: 1° di conformità e continuazione; 2° di sostituzione; 3° di opposizione o contrasto in qualsiasi modo, parziale o totale.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500