VI, § 19) essendo collegate da voci correlative, ora precedono, ora susseguono; quelle con disparità di grado (ivi, § 20) sogliono seguire.
In verso si procede più liberamente, p. es. nelle comparative: Molto Più che non credi, son le tombe carche. Dante.
§ 4. Quando due proposizioni subordinate stanno in diversa relazione con una medesima principale (o reggente), ma non sono fra loro coordinate, sarà più conforme al genio della nostra favella il separarle, anteponendo alla principale quella di senso più generale, e posponendole quella più particolare. Onde invece di dire, p. es. Quando Cesare fu giunto a Rimini, benchè la coscienza lo rimordesse, risolvette di varcare il Rubicone; sarà da preferirsi: Quando Cesare fu giunto a Rimini, risolvette di varcare il Rubicone, benchè (o non ostante che) la coscienza ne lo rimordesse. E invece di dire, p. es. Poichè la fortuna è incerta e variabile, affinchè non ci troviamo un giorno a stentare, fa duopo imparare qualche utile disciplina, dovrà preferirsi di dire Perchè .... variabile, fa duopo .... disciplina, affinchè .... a stentare; o, con inserzione, fa d'uopo, affinchè non ci .... stentare, imparare ecc.
Così pure, se tali proposizioni sospese si appresentassero in maggior numero, sarà bene interromperle con proposizioni principali, per modo che il pensiero avanzi a grado a grado.
§ 5. Una proposizione subordinata ad un'altra pur subordinata non suol precederla, come in latino, ma seguirla, o inserirsi in essa. Non si direbbe quindi Di che cosa si tratti, quando vi avrò (o ve l'avrò) fatto sapere, facil sarà pigliare un partito; ma bensì Quando vi .... sapere di che .... si tratti ecc., o, subordinando anche la prima alla principale, Quanto a ciò che si tratta, quando ve l'avrò fatto sapere ecc.
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Molto Più Cesare Rimini Rubicone Quando Cesare Rimini Rubicone
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