Leopardi. Qui appar chiaro che vi era materia per due periodi, poichè si discorre di due cose diverse e ugualmente notabili; primo, dei danni venuti dalle intemperie, poscia, di quelli venuti dalle bestie: ma appare altresì chiaro che i varii danni della prima specie, come i varii della seconda non potevano essere l'uno dall'altro separati anzi sconnessi, mediante il punto fermo.
Sono pertanto degni di biasimo, e contraffanno all'indole della lingua italiana coloro che seminano i punti fermi ad ogni momento, cincischiando così le parti d'un medesimo concetto, che dovrebbero andare unite. Mentre, per lo contrario, bene procacciano coloro che fanno periodetti brevissimi, quando i pensieri naturalmente si staccano l'un dall'altro e si contrappongono; p. es. Tutto è possibile al mondo. Crediamo che possa venire una concordia del buon giudizio colla grande fortuna. Speriamo che i grandi imparino a meglio donare. Felici loro, e felice il mondo, quando e' lo avranno imparato! Giordani. Qui i pensieri non rampollano l'uno dall'altro, ma nascono tutti successivamente e separatamente, da un animo agitato; e però si richiedevano tutti que' punti fermi.
FINE
INDICE ALFABETICO
(I numeri indicano la pagina)
[Per l'edizione elettronica Manuzio, sono qui trascritti i numeri di pagina dell'edizione originale cartacea.]
A preposiz., 271 - nei complem. di materia, 316, di maniera, 320, 346, di strumento, 344, distributivi, 346, d'interesse, 340, di scopo, 339, di causa, 338, di tempo, 335, di luogo, 329 - invece di di in senso possessivo, 341 - invece di di con alcuni verbi di scopo, 366 - col predicato nominale, 308 - coll'infinito, 197, 202 - oggetto sostituito al complemento d'interesse con a, 342.
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Manuzio
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