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      Volere per circoscrivere l'imperativo, 184 - usato a mo' di pleonasmo coll'infinito, 167.
     
     
      GIUNTE
     
     
     
      [Il contenuto di queste Giunte è qui riportato per completezza. Nell'edizione elettronica Manuzio le correzioni sono state apportate nei luoghi corrispondenti.]
     
      A pag. 50, dopo la lin. 24:
      quando si sottintende il verbo essere: P. es. Lui ricco, lui giovane, lui rispettato, lui corteggiato. Manzoni.
      A pag. 120, dopo la linea 11:
      Dopo ciò, e dopo questo, cotesto, quello usati in senso generico, si deve usare che e non il quale: p. es. ciò che io vi dico, è vero: non affermate quello che non sapete:
      A pag. 179 dopo la lin. 13.
      Si può usare, specialmente in poesia, il passato remoto dove il senso richiederebbe il trapassato prossimo. P. es. Pure alfin si levò da mirar l'acque - E ritornò dove la notte giacque - cioè, era giaciuta.
      A pag. 214, dopo la lin. 30:
      Spesso nella proposizione formata dal participio assoluto si inserisce il soggetto della proposizione principale. P. es.
      Date Ferdinando due fiancate al suo cavallo, si portò diritto al Generalissimo de' Messicani - Corsini. Occupata Niccolò la Romagna, lasciò quella in guardia a Francesco suo figliuolo. Machiavelli; dove si può sottintendere avendo (avendo occupata ecc.).
      A pag. 242, dopo la parola Grossi nella lin. 10:
      Si può per altro usare anche il singolare: P. es.: Si perde assai spesso il caro amico e diviensi tedioso alle persone. - Casa.
      A pag. 253, dopo la lin. 6:
      Nell'uso fiorentino dicesi anche: questo ch'è qui, quello ch'è lì o là. P. es.


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Sintassi italiana nell'uso moderno
di Raffaello Fornaciari
Sansoni Firenze Editore
1881 pagine 500

   





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