Irrequietus homo perque omnes anxius annosAd mortem festinat iter: mors optima rerum.
PETRARCA, Africa, lib. VI.
ALLA MOLTO ONORANDABARBARINA LADY DACRE
Signora,
Così la gratitudine mia, o Signora, come l'opinione di que' ragguardevoli letterati, il cui gentile ajuto, vinto solo da' vostri, mi fece atto a presentare i miei Saggi all'inglese leggitore, m'incuorano a intitolarli al nome di vostra Signoria. A una voce e animata da nazionale orgoglio essi proclamano, che i vostri versi serbarono gli spiriti medesimi del Petrarca con tal fedeltà, da sperarsi appena, e certo non conseguita da verun'altra versione. Ciascuno poi di quanti contribuirono a questo volume, rassegnando la parte sua alla riconoscenza, spera che l'offerta ne potrà venire accettata da voi sola.
Ho l'onor d'essere,
Signora,
Vostro grato e devoto servitoreUGO FOSCOLO.
South Bank, Regent's Park,
Gennajo 1823.
SAGGIOSOPRA L'AMORE DEL PETRARCA
Fu forse un tempo dolce cosa amore,
Non perch'io sappia il quando.
PETRARCA, p. II, son. 72.
I. Benchè il Petrarca siasi studiato di ricoprire d'un bel velo la figura di Amore, che greci e romani poeti ebbero vaghezza di rappresentar nudo; questo velo è sì trasparente, che lascia tuttavia scernere le stesse forme. La distinzione ideale tra i due Amori derivò primamente dalle differenti cerimonie con cui gli antichi prestavano culto alla Venere Celeste, che presedeva a' casti amori delle zittelle e delle maritate, ed alla Venere Terrestre, riconosciuta divinità tutelare delle galanterie delle donne più in voga a que' tempi.
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