Coloro cui sta sempre a cuore di salvare il poeta dalla nota di aver sospirato per la moglie altrui, ricusano l'autorità di documenti; anzi un critico scozzese(9) contende che un'abbreviazione trovata in un manuscritto latino, in cui il Petrarca dice di Laura, corpus ejus crebris PTBS exhaustum, dovrebbe essere interpretata perturbationibus; e, se fosse così, potremmo presupporre, che la salute di Laura fosse scaduta per frequenti afflizioni. Ma la più diretta interpretazione di PTBS è partubus; e le parole crebris, corpus, exhaustum quadrano con essa più grammaticalmente e più logicamente ad esprimere che il temperamento di lei fu estenuato da frequenti portati. Le voci mulier e femina (di cui, scrivendo latino, il Petrarca fa uso continuo per nominarla, invece di virgo e puella), e quelle di donna e madonna in italiano, significano più propriamente donna maritata. Donna è pur vocabolo generale; e, derivato da domina, sta in poesia per appellazione di rispetto; ma, opposto a giovine o a vergine o a donzella, significa rigorosamente donna maritata, e il poeta dice di Laura:
La bella giovinetta, ch'ora è donna.
VI. Sembra che nel conversare coll'amante ella ricordasse in candido e dilicato modo le bellezze di sua gioventù, e la curiosità ed invidia che destavano:
E quand'io fui nel mio più bello stato,
Nell'età mia più verde, a te più cara,
Ch'a dir ed a pensar a molti ha dato.
Chi la dipinse, nondimeno pare che non fosse troppo inspirato dalla beltà di lei; il che dobbiam forse recare alla infanzia dell'arte.
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